Cos’è giusto e cos’è sbagliato?

Cos’è giusto e cos’è sbagliato? La risposta credo sia una sola: giusto è quello che la tua natura ti suggerisce di fare e sbagliato è tutto quello che non ti viene naturale fare e limita la propria dignità e libertà personale.
Tutto sta nella qualità della consapevolezza e che sia sempre presente in ogni azione, in ogni pensiero e in ogni sogno.

Con questa premessa volevo condividere una mia riflessione sull’argomento discriminatorio nei confronti di persone, con “un sentire o vivere” differente, solo perché non rispecchiano l’ideologia preponderante e misurano le proprie esigenze con valori diversi, ma pur sempre degni di essere presi in considerazione ed essere rispettati.

Coesistere tra uomini significa accoglierne anche le sfumature e non tutto è sempre bianco e nero. Gli estremi non mi sono mai piaciuti. Ho letto diversi identikit sul “Novax” e, per quanto riguarda questo periodo storico, va un po’ a sé ogni presunta definizione e lascia il tempo che trova. Alcuni li definiscono sfigati. A mio avviso sono persone che hanno una storia e dei principi sui quali hanno basato il loro stile di vita. In questa mia descrizione escludo i negazionisti e i complottisti.

Ho letto l’articolo, ” Viaggio nella galassia dei Novax che hanno rinunciato a vivere“. Personalmente penso che nessuno abbia rinunciato a vivere. La volontà, l’impegno e il coraggio ce lo mettono tutti e loro hanno solo scelto un modo che purtroppo non piace a qualcun altro e non vengono visti di buon occhio perché per far parte di questa narrazione attuale bisogna sempre trovare qualcuno da additare e colpevolizzare per eventuali insuccessi. Queste persone cercano di essere coerenti nel proseguire il loro stile di vita, fondamentalmente sano, che già seguivano prima della pandemia e nonostante quello che gli accade intorno non ispiri fiducia e certezza, hanno un grande spirito di adattamento. Questo lo si riconosce e sicuramente anche la Galassia potrebbe essere un bel posto da esplorare per loro.
I più coerenti sono persone sulle quali ti puoi fidare perché non voltano bandiera come gira il vento e personalmente anche io tra loro non ho rinunciato a niente di quello che mi era caro prima, anzi, questa occasione mi ha dato modo di avere molta più consapevolezza delle cose che contano per me e di quello che ho intorno. Ho scelto e scelgo di non condizionare la mia vita da un pezzo di carta, o dal ricatto attuato per ottenerlo, perché ho investito su uno stile di vita sano proprio per potermi affidare al mio sistema immunitario oggi. Non mi fido, in questo caso, di parole e numeri indicati da sconosciuti. Non mi piace sentirmi obbligata a farmi fare qualcosa da qualcuno che ha meno interesse e conoscenza della mia stessa persona e del mio corpo. Mi sento violata del mio valore e denigrata da sconosciuti che mi etichettano “sbagliata”, soprattutto quando queste persone, definite migliori, mostrano atteggiamenti che si discostano molto da quello che attribuisco io al significato della parola “migliore”. Quel significato, prima di tutto, deve trasmettermi fiducia e speranza e non paura e terrore o peggio ancora mostrarmi continue contraddizioni.

A tal proposito, sulla predisposizione dell’animo da assumere per discernere sulle scelte da prendere in momenti di paura, Sant’Ignazio di Loyola, durante gli esercizi spirituali dei Gesuiti, suggeriva: “In tempo di desolazione non si facciano mai mutamenti, ma si resti saldi e costanti nei propositi e nelle decisioni che si avevano nel tempo della consolazione soprattutto quando la via non è chiara“. Anche io, come i gesuiti di un tempo, ho preso parte a dei ritiri in passato ed ho fatto mia questa frase, ne ho fatta una mia regola di vita. Mi sono resa conto, tirando le somme nel tempo, che affrontare le decisioni con questa consapevolezza mi ha sempre portato bene. Sono esigente, curiosa e logica ma molto sensibile. Escludo categoricamente che voglio il male degli altri come continuamente vogliono insinuare, voglio semplicemente essere lasciata in pace.

Le passeggiate in montagna, solo quelle vi restano“, leggo ancora in alcuni post.  Dovrebbero essere sfigati per questo?  I Novax del momento vengono anche definiti ignoranti. Strano, perché non tutti apprezzano spendere il tempo in centri commerciali, discoteche o stadi, in quanto hanno fatto della lettura e della curiosità la base di una buona conoscenza. E’ quello che cerco di trasmettere anche ai figli e soprattutto di non fermarsi mai all’evidenza e che c’è ancora tanto altro da scoprire. Vorrei sfatare un altro mito, il Novax è una persona come tutti e vorrebbe una vita serena, se ritiene che qualcuno stia attentando alla sua serenità, vuole semplicemente tutelarla per poter andar avanti in questa società come chiunque. Ha molto valore della vita propria e degli altri, ritiene che la sua libertà non valga tanto quanto un green pass, folle vero? Si, esiste questa gente. Ma chi ha mai capito i folli? I folli, anche come i migliori geni nel passato, da sfigati hanno vissuto e da sfigati sono morti.
Scrivono anche che non sono più liberi.
So che morirò, questo è certo, non vale solo per me ma per tutti e se sarà anche domani so di aver vissuto l’oggi come ho voluto. Quindi per i miei gusti, vivo con poco ma ho tutto quello che mi serve. Sinceramente posso anche io, dal mio canto, definire sfigati tutti gli altri. Ma qui esulerei dal dare definizioni o commentare, perché sono semplicemente una persona che ha scelto uno stile di vita. Il mio!

Ognuno ha il sacrosanto diritto di scegliersi il proprio stile di vita basta che viva rispettando sé e gli altri. Tutti sbagliamo in preda alla paura. Non si vede con lucidità in modo chiaro, ognuno teme di perdere qualcosa come la salute o la stabilità economica, ma dobbiamo cercare di essere  più realisti, altruisti e tolleranti perché di cattiveria ce n’è pure troppa. Forse la reale differenza la fa chi mostra più bontà. Grande parola “la bontà”, ha un certo peso specifico, e quando a tutte quelle cose che non vogliamo perdere ci aggiungiamo l’orgoglio a offuscare una chiara visione dell’altro, “inferiore di numero” ma non di valori, è difficile mettere in pratica questa importante virtù.

Tornando al significato che attribuisco alla parola “migliori” per me sono quelle persone che includono, ascoltano, si mostrano umili, che siano eque, sagge e nello stesso tempo si mettono in dubbio e si chiariscono, che non siano arroganti e prepotenti, ma interessate al bene comune senza generalizzarlo e non rivolte solo ai numeri e al proprio tornaconto. Forse per me, le persone migliori, sono quelle che onorano ancora l’uomo fatto di sentimenti, spirito, sana follia e ne tutelano la propria identità.

Non serve più in questo tempo tifare per una parte o per l’altra ma tifare per la pace; è l’unico denominatore comune valido che dà speranza e valore alla vita umana. Puntare al meglio e non accontentarsi di subire il male minore. Di ingiustizie ne vediamo in ogni dove, ma essere consapevoli che ogni azione o parola corrisponde ad un effetto, è molto importante, perché gli effetti potrebbero ritorcersi contro anche se oggi li vediamo distanti dal nostro stile di vita. Garantire e tutelare anche i diritti della persona che abbiamo a fianco, vuol dire che un giorno a sua volta tutelerà i nostri; la grande consapevolezza per sentirsi vivi è poter fare la differenza ed essere migliori, non di una parte o di un altra, infatti migliore è oltre ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Accontentarsi e sopravvivere non è “vivere”. Io ho scelto di vivere! Ho scelto di proseguire una strada solitaria e mentre aspetto tempi migliori penso che vorrei continuare a raccontare altre esperienze, altre emozioni e storie, che sanno di coraggio e non di paura, vivo con la consapevolezza di aspirare verso quell’oltre! Io non temo di includere nessuno che la pensi diversamente, ho i miei difetti ma credo di avere anche dei pregi e chi mi conosce sa che sono uno spirito libero. Ognuno ha una sua strada e io sono tanto curiosa di vedere dove porterà la mia. Ho capito ora che comunicare è importante per me, fare del bene donando qualcosa di sé ci rende parte di qualcosa, può essere anche un pensiero se scritto con sincerità e che il perdono richiede tempo ma soprattutto il vivere costantemente con questa attitudine e il comprendersi sono le cose più impegnative. Vorrei essere rispettata per le mie idee non condivisibili ma sono le mie, sono io. L’accettazione è un altro passo per convalidare il rispetto e attuare una condivisione. I conflitti in generale ci insegnano e ci rimettono in riga su quello che conta veramente e che nessuno ha il diritto di violare: vivere una vita serena con tutte le sue sfumature.

“Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù.”
[Gialal al-Din Rumi]

Buona vita a tutti!

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