Copenaghen

Visitando Copenaghen sembra aver avverato già quei propositi che anche a noi cittadini italiani l’Europa chiede. Per chi non è abituato a queste realtà nord europee si nota subito quale valore ricopre l’impatto ambientale sul territorio. Un numero elevato di macchine elettriche, il numero dei percorsi ciclabili e la quantità di biciclette in uso, rendono perfettamente l’idea di una città ecosostenibile. Inoltre, grazie all’impianto di smaltimento di rifuti, Copenhill, non solo sono riusciti a risolvere un grande problema comune a tanti paesi ma lo hanno valorizzato trasformandolo in una grande fonte energetica, una realtà che ha avviato quel vero e proprio ciclo energetico alternativo.

Per quanto riguarda l’aspetto sociale è una città dove vige la tolleranza e la multiculturalità, infatti, pur non parlando danese è facile comunicare in inglese, lingua conosciuta come quella madre dalla maggioranza. A livello strutturale è una città giovane, perché non mancano strutture ricreative pubbliche e si trovano tante aree verdi nelle quali spendere delle giornate in compagnia della famiglia e degli amici. Per questo è stata coniata la parola “hygge”, un sostantivo della lingua danese impiegato per definire un sentimento, un’atmosfera sociale, un’azione correlata al senso di comodità, sicurezza, accoglienza e familiarità. Si, questa città lo rispecchia, o almeno da alla sua popolazione la possibilità di essere “hyggelige”.

A livello culturale e istruttivo Copenaghen dispone di moderne università e campus per gli studenti. I musei sono gratuiti per i ragazzi fino a 18 anni. Avere una carta di credito o debito è molto pratico per evitare il cambio in quanto è accettata anche per pagare conti di poche corone danesi. Sicuramente il costo della vita è più caro rispetto ai standard italiani, ma se per chi vuole risparmiare, un sandwich al market è sempre reperibile e a buon prezzo. Consiglio sempre di girare i mercati e i supermercati perché proprio li si trova quello che normalmente consuma anche la popolazione locale.

Dal punto di vista culinario, come tutte le capitali europee, tende ad omologarsi per ciò che offre. Si trova un pò di tutto nella ristorazione, dalla cucina italiana, a quella indiana, koreana e altro ancora. Per gli amanti dei sapori locali propongo di assaggiare lo Smørrebrød, una fetta di pane di segale a pasta acida imburrata e condita con svariati ingredienti come della carne, del pesce, dei salumi o del formaggio. Sincuramente la presentazione sarà molto ricercata e fantasiosa. Come dolci tradizionali ci sono lo Snegl, una brioche alla cannella, lo Spandauer, un cestino di sfoglia con crema pasticcera al centro e il Tebirkes, un fagottino ripieno di burro, zucchero e marzapane e ricoperto di semi di papavero, infine ma il più popolare c’è il Wienerbrød, una sorta di brioche anche quella a sfoglia con crema.

Non elenco tutti i punti di interesse perché lascio agli interessati la possibilità di scoprirli un po’ da soli, anche questo fa parte del viaggio, lasciare un po’ di curiosità e non condizionare troppo la propria esperienza.

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